Il voto utile è il voto del cittadino che si informa, riflette, pensa a cosa potrebbe essere più utile per lui, per i suoi cari, per il suo paese, decide per chi votare, va al seggio e vota.
Il voto inutile è il voto di chi preferisce (per pigrizia o scarsa stima di sé) fidarsi di ciò che altri dicono essere meglio per lui, per i suoi cari, per il suo paese.
E’ un voto inutile perché non porta in dote nessuna visione strategica, nessuna energia costruttrice. E’ solo il doppione, il “copia e incolla”, del voto di un altro. Un voto che messo insieme a tanti altri farà certamente massa, ma una massa senza peso, che sposterà equilibri politici, deciderà nascite e cadute di governi, ma che non rappresenta nessuno.
L’utilità di un voto è nel processo che porta alla sua nascita non nel simbolo scelto sulla scheda.
L’idea di democrazia di chi è disposto a votare tappandosi il naso non è poi molto diversa, mutatis mutandis, da quella di chi auspica svolte illiberali: il primo decide di limitare la propria libertà di voto, il secondo si propone di limitare quella di tutti gli altri.
Scelte forse diverse nella quantità dell’errore ma non nella sua qualità. Sono entrambe scelte in cui manca la consapevolezza del valore che ha per le sorti di una società il contributo di razionalità e di etica che ognuno può portare con una scelta cosciente e ragionata.